I dati Istat definiscono che quasi più di 15 milioni di persone in Italia hanno più di 60 anni e ci sono quasi 3 milioni di disabili, cioè soggetti con una qualsiasi limitazione o perdita della capacità di compiere un’attività nel modo o ampiezza considerati normali per un essere umano. All’interno di questa fetta di popolazione, i sistemi domotici assistiti rappresentano una soluzione importante per garantire una vita migliore, per ridurre la distanza tra funzionalità residue della persona, con limitazioni sensoriali e/o motorie, e requisiti dell’ambiente in cui essa vive. Si potrebbe pensare di attuare i principali servizi domotici anche in residenze socio sanitarie assistite (RSSA), rendendole un ambiente assistito (Ambient Assisted Living, AAL) e controllato, garantendo il quieto vivere dei soggetti degenti.
I servizi che risultano di primaria importanza (oltre a quelli offerti dalla domotica classica) in un Ambient Assisted Living, in aggiunta a quello pertinente la “comunicazione con il personale medico-sanitario” e il “controllo continuo dei parametri fisiologici del paziente”, sono il “monitoraggio indoor e outdoor degli spostamenti” e il “rilevamento caduta o situazioni di pericolo”. Dunque, è fondamentale offrire servizi di videosorveglianza e monitoraggio minimamente invasivi, ricorrendo a sensoristica ambientale (telecamere) e/o indossabile (accelerometri), tramite il quale conoscere la posizione di una persona in ogni momento ed effettuare il tracking dei suoi spostamenti. Quindi, se da un lato si lascia l’anziano libero di muoversi indipendentemente, dall’altra il personale sanitario può sentirsi più tranquillo perché ha la possibilità di svolgere quello che si può definire un “controllo remoto”.
Con riferimento all’utenza ospitata ed assistita presso le RSSA, è di evidente interesse un sistema in grado di prevenire e rilevare possibili cadute di potenziali pazienti. La caduta di soggetti fragili (anziani, soggetti con forme di disabilità motoria, ecc.) rappresenta un problema clinico e sociale, in quanto i conseguenti traumi spesso determinano forme di invalidità con ricadute anche sulla sfera psicologica del soggetto. Il problema è tanto più evidente quanto più alta è l’età del soggetto. Inoltre, è risultato utile anche ricorrere ad una “voce amica” per la diffusione del messaggio sonoro “rassicurante” che chieda al soggetto target se abbia bisogno di soccorso con la sua relativa risposta, il tutto per comunicare un senso di sicurezza e tranquillità al soggetto e l’importanza di adattare tale sistema ad esigenze di utenti ipoacusici che potrebbero non sentire il messaggio sonoro.
Tali finalità si sono concretizzate in un progetto finanziato dalla Regione Puglia dal nome “MET-AAL, METhodology and instruments for pervasive model in Ambient Assisted Living” e realizzato da un partenariato di aziende pugliesi leader nel proprio settore.
Questo portale cerca di fornire una panoramica d’insieme di come la continua evoluzione tecnologica, renda indispensabile un lavoro di équipe in cui alla scelta dell’ausilio partecipino attivamente medici, terapisti e tecnici.
Al fine di incentivare la collaborazione tra queste tipologie di soggetti è stato realizzato un Forum dove è possibile esprimere le proprie idee, perplessità e proposte. In questo modo si riuscirà a fornire soluzioni in grado di sfruttare e valorizzare al massimo le capacità residue delle persone disabili al fine di garantire una sempre maggiore autonomia e reintegrazione sociale e lavorativa.
ENTE E PROGRAMMA DI FINANZIAMENTO: Regione Puglia – Bando FESR “AIUTI A SOSTEGNO DEI PARTENARIATI REGIONALI PER L’INNOVAZIONE” (POR FESR 2007-2013 Obiettivo Convergenza – ASSE I – Linea 1.2 – Azione 1.2.4 “Investiamo nel vostro futuro”).